Onore e Virtù: un confine sottile (carteggi preliminari per articolo su Fencing.net, sett. 2005)

 

Onore e virtù sono concetti tradizionalmente legati alla pratica del duello, sino a costituirne per molti ilfondamento e la definizione stessi nella concezione comune.L'onore coincide con la difesa della reputazione personale, dello status sociale, della stima di cui l'individuogode in pubblico, o, semplicemente del proprio orgoglio ferito. Secondo il dizionario, infatti, è "la buonareputazione, il prestigio di cui una persona gode in base ai propri meriti e alle proprie capacità o in rapporto aivalori etici e sociali dominanti". Dunque il termine onore, così strettamente legato a ciò che è dominante dalpunto di vista di una moda sociale, può comprendere diverse e molteplici sfaccettature, prestandosi alle piùvariabili interpretazioni. Il confine che separa onore e virtù, almeno a livello terminologico, è dunque moltolabile e sottile e diverse epoche ne hanno circoscritto in modo diverso il senso. Per il feudalesimo medievaleindicava la "ricompensa ricevuta per una virtù" e, in seguito, per traslazione, il principio che conduceva allavirtù, se non addirittura la virtù stessa.La virtù è più propriamente intesa come aderenza ad un sistema etico di valori, improntato al giusto, al veroed a ciò che rende nobile un animo. Per i Latini, la parola "virtus" indicava la forza ed il coraggio in guerra,ovvero soprattutto la conquista del dominio della paura della morte e, dunque -in senso lato- il termine si èprestato successivamente ad indicare la capacità di dominare ogni paura ed ogni passione, esercizio diautocontrollo e di temperanza.La cultura del duello diffusa nella società medievale si appropriava di entrambi i termini, cavalcando la lineadi confine che li separava ed univa al tempo stesso. L'etica aristocratica dominante vedeva nell'espressionedella virtù bellica l'ideale dell'onore e il mezzo per la conquista della virtù morale, segno distintivo di uominiostentatamente eroici e devoti ad ideali di purezza d'animo, da contrapporre alla violenza delle armi intesaall'oppressione. Il paladino coraggioso, al servizio dei deboli e degli oppressi, pronto a morire per lasalvaguardia dei suoi principi o per la fede nell'indulgenza ai suoi peccati, è il simbolo di un'epoca in cui ciòche poteva distinguere la virtù dalla non-virtù era la scelta di giocare il proprio onore per una causa che fosseritenuta degna .Alle origini dell'evo moderno, con il nascere di un'economia commerciale, si compiva il progressivo mutarsida un sistema di valori legato ad una società prevalentemente rurale a quello di una società pienamentepre-industriale. La richezza misurata su base monetaria sostituì a poco a poco nella scala dei valori sociali lanobiltà dei natali; processo, questo, che contribuì a confondere ulteriormente il confine tra il concetto di onoree quello di virtù. La società commerciale lasciava spazio all'ambizione, all'arrampicamento sociale, allosfruttamento invasivo ancorché ottimizzato delle risorse dell'individuo. L'onore è ancora il segnodell'apprezzamento sociale, tuttavia, con il progressivo crollo della società aristrocratica fondata sui titolinobiliari di sangue, tale apprezzamento si fa coincidente con l'accumulo, con l'apparire e l'esibire. L'onorediviene così la forma unica per regolare gli ordini sociali e per contrastare le tensioni intrinseche allarinnovata quanto temuta mobilità sociale, legata ora alle possibilità economiche anzichè alla nobiltà delsangue. Potendosi infatti ora acquistare con il denaro un titolo, il rispetto e una posizione di prestigio pubblicoe nel divenir perciò sempre meno facile la possibilità di riconoscere il gentiluomo virtuoso dall'uomo comunesulla base dei retaggi tradizionali, la cultura del duello divenne lo strumento privilegiato per l'esibizionedell'onore ed il mezzo per arrampicarsi socialmente attraverso la calcolata esibizione dell'apparenzaesteriore, falsamente fraintesa per virtù.Se nella società medievale l'esibizione dell'onore era un mezzo per esprimere la propria virtù interiore, nellasocietà mercantile post-medievale l'onore si fa coincidente con il palesamento di un comportamento raffinato:è questo il concetto di gentiluomo, uomo di buone maniere. E' a questi anni che appartiene la maggiordiffusione della pratica del duello, testimoniata dai tanto numerosi quanto del tutto infruttuosi tentativi diregolamentarlo o proibirlo sul piano legislativo. Il duello è il mezzo contradditorio per salvaguardare l'onoredel coraggio e dell'orgoglio, giocando in nome di una virtù idealmente pura ed immacolata sul piano morale esu quello civico, ma altrettanto falsa quanto ostentata.Onore e virtù, concetti così legati e tuttavia così distanti: l'uno esibito e ostentato, parte di un corredo socialeimposto dalla moda del tempo, l'altra, intima propensione di ciascuno a rifuggire il fardello del proprio tempo,alla ricerca di un onore che non sia reputazione ma vero possesso.

di Alberto Bernacchi